Cosa c’è di meglio per riprendersi dalle fatiche della mostra che andare a vederne un’altra? Detto fatto, approfitto del lunedì di ferie in cui Palazzo Tè a Mantova è aperto al pubblico, con la mostra su Rodchenko.
E’ tra quelle contrassegnate come “da vedere” nella mia lista.
Non rimango deluso. A sorpresa, oggi ingresso gratuito.

Approfitto per una visita al palazzo, di cui avevo ricordi vaghi da bambino (e non avevo apprezzato particolarmente). Impressionante la camera dei giganti: anche se ti senti un gigante, è meglio non andare a rompere le scatole a chi sta così in alto!

La mostra “Alexander Rodchenko. Revolution in photography” è nelle Fruttiere  del palazzo e “presenta una raccolta di circa centocinquanta fotografie dai negativi originali degli anni Venti e Trenta del grande maestro russo, esponente di primo piano dell’avanguardia sovietica del XX secolo“.

A parte la differente disponibilità di risorse, spazi, budget e la evidente differenza nel materiale da esporre, ho trovato personalmente costruttivo cercare dei paralleli con la nostra mostra, appena conclusa. Come la curatrice ed il fotografo hanno rappresentato con poche immagini oculatamente scelte ed accostate delle realtà come la fabbrica di automobili AMO (1 e 2), la fabbrica di lampadine elettriche di Moscail giornale Gudok (con sole 5 foto), o i lavori forzati durante la costruzione del canale in Carelia che collega il mare Bianco con il mare Baltico. Contesto, dettagli a volte astratti, scene di azione, ritratti. Spettacolare.

Commento al ragazzo-guardiano “è proprio una bella mostra!”. Risposta: “è venuta Olga Sviblova [Curatrice della mostra, direttrice del Multimedia Art Museum, Moscow] in persona a curare l’allestimento”. Non che ci sia bisogno della mia approvazione, ma è proprio riuscita!
Peccato che il catalogo, riciclato dalla mostra del 2012 a Roma, non fosse minimamente all’altezza.