Mostre visitate in ordine cronologico inverso. Goya, El Greco a Palazzo Reale e Giovanni Battista Moroni alle Gallerie d’Italia per finire, tutte a Milano. Questa volta niente fotografia.

Goya – la ribellione della ragione

A cavallo tra il ‘700 e l’800.

Oltre al suo periodo cupo, alle scene di guerra, Goya ha dipinto scene di giochi tra bimbi e ritratti splendidi.

La mostra “racconta l’evoluzione artistica di Goya, che viene presentato come artista e uomo, presente e partecipe del contesto storico e sociale in cui visse, che plasmò in maniera unica il suo animo artistico e il suo pensiero intellettuale.
Nelle sue opere è possibile trovare da una parte, una critica sociale espressa grazie alle tematiche affrontate, dall’altra la critica alla pittura stessa, attraverso la dissoluzione delle forme convenzionali del bello.

Non ci sono regole in pittura (…) l’obbligo servile di far studiare o seguire a tutti la stessa strada è un grande impedimento per i giovani che professano quest’arte difficilissima, che più di ogni altra si avvicina al divino.
14 ottobre 1792, relazione sull’insegnamento delle arti da Francisco Goya all’Accademia di Belle Arti

El Greco

La Spagna di fine Cinquecento, con figure di una plasticità assolutamente fuori dallo standard dell’epoca: un precursore.

La Maddalena Penitente è splendida.

Giovanni Battista Moroni – il ritratto del suo tempo

E qui siamo in pieno ‘500.
Le maniche rimboccate, i Men in Black secondo la moda del periodo, come si vede anche dalla stoffa che sta tagliando il Sarto. Speriamo solo che la moda dei pantaloni maschili dell’epoca non ritorni!