Gita a Venezia a visitare la Biennale. Non c’ero mai stato, ero curioso.
Bab mi aveva avvisato che “l’arte moderna non è sempre molto comprensibile”. Sono andato preparato 🙂

interessante commistione iconografica

Inizio con una seconda colazione in attesa che aprano le biglietterie. Entro in un bar che non dà l’impressione di trappola acchiappa-turisti (o forse proprio per questo lo è?). Il signore dietro al banco al secondo “buongiorno” risponde. E’ un po’ duro d’orecchi. Gli cade qualcosa dal bancone – e giù una raffica di bestemmie tipiche. Ok, ruspante è ruspante. Sono preparato a prezzi fuori standard, invece cappuccio e brioche sono assolutamente nella norma. Bene. Sul muro le foto di quando ogni primo gennaio andava a nuotare in mare. Da qualche anno ha smesso.

La Biennale in breve: ne è valsa la pena. Alcune opere assolutamente incomprensibili per me, altre simpatiche.

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Qualche spunto su a cosa fare attenzione quando si fa manutenzione alla moto (Alexandra Bircken).

Dal punto di vista fotografico alcuni autori particolarmente interessanti:

  • Soham Gupta, indiano, con le sue foto “spettrali con cui getta luce sulla vita notturna degli abitanti più poveri di Calcutta”.
  • Zanele Muholi, “attivista visiva” come si definisce, con i suoi magnifici ritratti della serie “Faces and Phases”.
  • Stan Douglas con le scene ipotetiche di una New York durante il black out, accuratamente coreografate fino ai minimi dettagli.
  • Martine Gutierrez con la serie in cui si rappresenta inserita in scene mondane di cui è l’unico essere umano – gli altri sono manichini.
  • Rosemarie Trockel con il suo collage che dice più di quanto appare a prima vista.
  • il monaco Khyentse Norbu con le foto scattate durante la produzione, a Katmandu, del suo film “Looking for a Lady with Fangs and a Moustache”.

Mi sono rimasti impressi i padiglioni belga (inquietante rappresentazione di follia), quello russo con la sua natività contemporanea, quello egiziano con la commistione di antico e tecnologia moderna e quello peruviano con “Trans Tropicália – Indios Antropófagos”.

Quando sono uscito avevo giusto ancora un po’ di tempo… Vediamo cosa c’è ai Tre Oci… Ferdinando Scianna… uhm, già interessante di suo… Parte della mostra dedicata alle sue fotografie di moda, alcune delle quali ambientate a Venezia. Ok. S’ha da fare!
Molto interessante anche l’audioguida con lui stesso che narra le situazioni in cui si è trovato a lavorare – peccato non avere abbastanza tempo per ascoltarla tutta.

Una tranquilla giornata di ferie infrasettimanali ben spese.